Gianluca Benamati | Ue, no unanime della Camera alle misure antidumping di Bruxelles
363
post-template-default,single,single-post,postid-363,single-format-standard,cookies-not-set,ajax_leftright,page_not_loaded,boxed,,qode-title-hidden,qode-child-theme-ver-1.0.0,qode-theme-ver-13.2,qode-theme-bridge,wpb-js-composer js-comp-ver-5.4.5,vc_responsive

Secondo la commissione Attivita’ produttive le misure contro le importazioni da parte di paesi esterni all’Unione e in particolare alla Cina sono insufficienti

 

(ilVelino/AGV NEWS) Roma, 09 FEB – Ue, no unanime della Camera alle misure antidumping di Bruxelles  Con un voto unanime la commissione Attivita’ produttive della Camera ha espresso una valutazione contraria sulle comunicazioni dell’Ue dal titolo “Verso una politica commerciale solida per l’Ue nell’interesse della crescita e dell’occupazione” e sulla proposta di modifica del regolamento relativo alla difesa contro le importazioni oggetto di dumping da parte di Paesi non membri della Ue, con particolare riferimento alla Cina. Il faro della commissione Attivita’ produttive si e’ acceso dopo che e’ stato constatato come negli ultimi tempi molti Paesi esterni all’Unione stiano attuando pratiche commerciali sleali nei confronti della stessa Ue, attraverso interventi governativi che favoriscono le imprese e le produzioni nazionali, ingenti sovvenzioni pubbliche e altre strategie di distorsione dei prezzi che hanno portato al crearsi, in alcuni settori, di enormi sovraccapacita’ e, di conseguenza, a esportazioni in dumping (cioe’, ad un prezzo inferiore al costo di produzione) sul mercato dell’Unione europea. “Le motivazioni di un parere negativo – spiegano i deputati Gianluca Benamati e Ludovico Vico del Pd membri della commissione e sostenitori convinti dell voto di oggi – nascono dalla premessa secondo cui ci sono alcune economie emergenti, come la Cina, la cui competizione commerciale talvolta assume le caratteristiche di una vera e propria concorrenza economica sleale. In tal senso il governo italiano si e’ espresso anche contro un eventuale riconoscimento dello status di economia di mercato alla Cina”. Inoltre l’Ue appare particolarmente vulnerabile nei confronti di pratiche commerciali sleali rispetto ad altri Paesi, come gli Stati Uniti, che applicano un numero maggiore di misure antidumping, con dazi molto spesso piu’ elevati. “I differenziali dei dazi applicati da altri membri del Wto – spiegano ancora i due deputati dem – inducono diversi paesi a dirottare la loro produzione verso i mercati europei dove i dazi sono piu’ bassi, con grave danno alle nostre industrie. Esempio clamoroso in tal senso e’ il settore della siderurgia dove la crescita esponenziale della produzione e delle esportazioni cinesi, anche attraverso pratiche commerciali sleali, ha provocato la perdita di numerosi posti di lavoro in Europa”. Queste sono le motivazioni per cui l’Italia e’ uno di quei Paesi membri della Ue che vuole eliminare la regola del dazio inferiore in quanto non sufficiente a tutelare efficacemente le imprese europee di fronte al cosiddetto dumping praticato da alcuni partner commerciali. Non e’ di secondo piano quanto registrato negli ultimi anni nel mercato dell’acciaio dove la Cina ha sottratto importanti fette di mercato ai paesi produttori dell’Unione. Uno squilibrio che ha causato una crisi del settore costata 40 mila posti di lavoro e un -10 per cento della capacita’ produttiva. Ma anche danni al settore manufatturiero: per questo due paesi come Francia e Polonia hanno deciso, allo stesso modo dell’Italia, di esprimere pareri negativi verso il documento della commissione Ue. Il voto contrario di oggi, ha spiegato Gianluca Benamati, “esprime una posizione chiara del parlamento italiano e che offra al governo del nostro paese sostegno in una trattativa a Bruxelles. Non solo rafforza la posizione del nostro paese nei confronti di altri Paesi membri”. “Le misure prospettate dalla commissione europea appaiono eccessivamente indeterminate ed inefficaci – proseguono i deputati democratici – vaghe nei loro riferimenti giuridici e potrebbero portare all’apertura di un contenzioso con la Cina, per iniziativa della Cina stessa, davanti al Wto e pertanto sarebbe opportuno valutare criteri per la determinazione del dumping piu’ certi e con un minore margine di discrezionalità’ Secondo Benamati e Vico le proposte dell’Ue in oggetto “non garantiscono quel rafforzamento delle politiche commerciali dei Paesi dell’Ue che ci sembra necessario considerando il contesto economico-commerciale attuale; non riteniamo che sia possibile attribuire alla Cina il riconoscimento dello status di economia di mercato, poiche’ non vengono soddisfatti i cinque criteri con cui l’Ue ha valutato fino a oggi lo status di economia di mercato e peraltro a nostro avviso sarebbe opportuno aggiungervi anche quello che fa riferimento al cosiddetto ‘dumping sociale’, ossia a pratiche produttive che si basano sullo sfruttamento dei lavoratori e sulla negazione di diritti irrinunciabili dei lavoratori stessi, riteniamo piu’ in generale che le politiche antidumping europee debbano basarsi su criteri certi e definiti, in modo da non creare situazioni di incertezza e riteniamo che questa posizione della Camera dei deputati possa essere di grande supporto all’operato del governo in ambito europeo”.

No Comments

Post A Comment

Benvenuto *