Gianluca Benamati | LA DIFFICILE VIA DELLA LEGGE ELETTORALE
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LA DIFFICILE VIA DELLA LEGGE ELETTORALE

La chiusura del 2016, dopo il risultato del referendum popolare dell’otto dicembre, ci ha portato alla conferma di un sistema bicamerale paritario per il nostro sistema istituzionale. Il passaggio ad una sola camera politica, con a fianco di esso una camera delle autonomie locali, era uno dei punti qualificanti della nuova riforma bocciata dal voto popolare. Oggi, quindi, il nostro paese si trova ad essere sguarnito di una legge elettorale omogenea per le due camere, avendo per il Senato della Repubblica il cosiddetto “Consultellum” (un proporzionale puro con sbarramento) e per la Camera dei Deputati il cosiddetto “Italicum” (un modello proporzionale con forte premio alla lista vincente attribuito con doppio turno per altro al vaglio della Corte Costituzionale) cosa che renderebbe con ogni probabilità difficile formare maggioranze coese e governi stabili. Da qui la richiesta del presidente della Repubblica Sergio Mattarella di approvare al più presto una legge elettorale omogenea per le due camere.

Ed è proprio un intervento legislativo rapido che con coerenza e celerità può sbloccare questa situazione, poiché il richiamo semplice ai “tronconi” di legge elettorale prodotte dagli interventi delle Corte Costituzionale ieri sul “Porcellum” e nel futuro sull’”Italicum”, non ha una prospettiva di lungo respiro.

L’Assemblea Nazionale del PD del 18 dicembre ha assunto una posizione chiara. Nella massima disponibilità al confronto si parte dal “Mattarellum”, un sistema collaudato e già operato. Certamente, se vi è volontà da parte di tutti, si può iniziare subito con serietà col lavoro necessario fra i partiti ed i gruppi parlamentari per arrivare in breve ad una legge elettorale condivisa.

Molti, durante la campagna elettorale referendaria, parlavano di leggi elettorali da approvarsi in una settimana. Mi pare che come per altre previsioni e impegni anche queste fossero fallaci e falsi. Oggi però non si può fare melina. Dare al Paese una legge elettorale è un obbligo che le camere hanno ed è un obbligo non solo politico ma anche morale indipendente dalle convenienze di parte.

Credo che sia necessario un certo grado di flessibilità in questa discussione ed anche se con altri parlamentari ho sempre sostenuto il ritorno al “Mattarellum”, penso che si possa e si debba ragionare su un modello di legge che coniughi rappresentanza e governabilità e che abbia il più largo consenso. Con due soli limiti. Il primo è un chiaro no ad un ritorno al proporzionale puro che con la sua instabilità tante responsabilità ha avuto nella degradazione della situazione politica-economica dell’Italia. Il secondo evitare ogni artificiale dilazione e perdita di tempo, evitando giochi politici inutili e dannosi. La ricerca del consenso è positiva, ma non può essere scambiata con arrendevolezza o indecisione. La via della legge elettorale è impervia ma non impossibile e tutti devo saperlo. Io credo che il PD, dopo una prima fase di doveroso tentativo di accordo, debba sentire appieno la responsabilità di questo passaggio e fare ogni cosa in suo potere per raggiungere questo obbiettivo. Per ridare agli italiani una possibilità di scelta chiara e efficace che porti ad un parlamento e un governo scelto nella chiarezza per governare il nostro Paese.

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